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Come forzare il tuo cervello a fare le cose difficili

Sono sicura che ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, si sia trovato ad avere a che fare con una sfida o di voler raggiungere un determinato obiettivo. Per me, ad esempio, è sempre stato il classico obiettivo legato all’aspetto fisico (“mettersi a dieta” o “dimagrire” o “fare attività fisica”), ma ognuno sa il proprio o i propri. Eppure ogni volta fallivo. Facevo il minimo indispensabile, oppure essendo circondata da persone che mangiavano parecchi dolci, mi facevo condizionare da loro. Inoltre, non essendo io che preparavo da mangiare, non avevo la possibilità di gestire bene il mio regime alimentare. Dunque, continuavo tra altri e bassi, sia con l’alimentazione che con l’attività fisica.

Ma il punto è: perché non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi o a fare quello che ci risulta difficile, come cambiare dieta, fare attività fisica, iniziare a leggere, guardare meno i social media…? Ve lo spiegherò in questo articolo, dunque, continua a leggere se vuoi scoprire come iniziare a fare tutte quelle cose che hai sempre ritenuto difficili o non adatte a te.

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Perché non riesco a raggiungere i miei obiettivi? Te lo spiega il “test del marshmallow”!

Nel libro “Il test del marshmallow. Padroneggiare l’autocontrollo” il professor Walter Mischel lo spiega molto bene, attraverso il suo esperimento, dove dei bambini dovevano decidere se mangiare subito il marshmallow offerto loro, oppure attendere 15 minuti e riceverne un secondo.

Il test del marshmallow. Padroneggiare l’autocontrollo

16,50 €

Il “test del marshmallow” è un curioso esperimento, tra i più celebri della psicologia contemporanea, realizzato per la prima volta negli anni Sessanta all’Università di Stanford. Un bambino viene lasciato da solo in una stanza davanti a un marshmallow: può scegliere se mangiarlo subito oppure attendere 15 minuti e averne in premio ben due. Alcuni bambini sapranno aspettare; altri, incapaci di resistere, si lanceranno su quell’invitante dolcetto di zucchero. Il professor Walter Mischel, noto psicologo e ideatore del test, ha poi comparato le capacità di autocontrollo dimostrate dai bambini con i successi ottenuti da adulti e ha dimostrato che chi ha saputo aspettare ha raggiunto molti più traguardi. L’autocontrollo è dunque il segreto del successo? Chi sa tenere a bada gli istinti e rinviare le gratificazioni ha più probabilità di realizzarsi nella vita? E queste capacità sono innate o si possono acquisire e affinare con l’esercizio? Mischel ci spiega come l’autocontrollo sia fondamentale nello studio, nello sport, nel lavoro e in tante altre circostanze della vita quotidiana, senza dimenticare però che anche un eccesso di forza di volontà può avere le sue controindicazioni.

Alcuni bambini fallirono, mentre altri ottennero il secondo dolcetto. Tenendo d’occhio questi bambini durante l’adolescenza, emerse che quelli che avevano resistito alla tentazione di mangiare subito il primo marshmallow, da adulti erano riusciti ad avere più successo nella vita, a raggiungere un punteggio molto maggiore nel test SAT (Scholastic Assessment Test, è un esame che gli studenti americani effettuano al termine delle scuole superiori e prima dell’iscrizione all’università, sostanzialmente l’esame di maturità americano) e ad avere relazioni molto più profonde e durature.

Facendo una scansione dell’attività celebrale dei bambini durante il test, è emerso che quelli che sono riusciti ad ottenere il secondo marshmallow, avevano attivato maggiormente la parte prefrontale del cervello.

Il nostro autocontrollo dipende da due sistemi che funzionano nel nostro corpo. Il primo reagisce agli stimoli immediatamente e uno che controlla il nostro comportamento. 

Le nostre emozioni e i nostri bisogni biologici di base sono controllati dal nostro sistema limbico ed è quello che, se teniamo in considerazione il test del professor Mischel, che ha fatto pensare ai bambini “lo voglio mangiare subito”.

Il sistema limbico, le parti cerchiate sono quelle che lo compongono

Nella corteccia prefrontale, invece, c’è quella parte del cervello legata all’autocontrollo, ma anche alle decisioni e alla pianificazione. Sfortunatamente, questo sistema non è attivo fin dalla nascita, ma si sviluppa nel tempo al contrario del sistema limbico che è attivo fin da subito. Ed ecco perché è molto più difficile per un bambino resistere alle gratificazioni immediate. Ma, nel corso del tempo, tutti possiamo migliorare il nostro autocontrollo, il che è fantastico! Ma attenzione, essendo un fattore molto sensibile a quello che ci succede, può accadere l’esatto opposto!

Come allenarsi a rimandare le gratificazioni?

Ti è mai capitato di arrabbiarti e di dire cattiverie alla persona o alle persone con cui stai discutendo e poi pentirtene? Sicuramente sì e non è una bella sensazione. Dunque, un modo sicuramente efficace per evitare questi scatti d’ira è iniziare a utilizzare la parte prefrontale del nostro cervello. In primis, non è detto che tu abbia per forza ragione. Quindi, ascolta chiaramente cos’ha da dirti l’altra persona, prima di infuriarti perché secondo te ha torto o non ti capisce. Tu la stai capendo per primo? E secondo, perché vorresti aver ragione? Perché dovresti mortificare l’altra persona? Per sentirti superiore (gratificazione) e per far crescere il tuo ego? Nel libro di Stephen R. Covery, “Le 7 regole per aver successo”, una delle regole è proprio l’ascolto empatico. Ascoltare gli altri è molto importante, per ambo le parti. Lo scoprirai leggendo questo libro ;D.

Le 7 regole per avere successo. The 7 habits of highly effective people. Nuova ediz. 

25,00 €

“The 7 Habits of Highly Effective People” di Stephen R. Covey è sicuramente uno dei classici più longevi della letteratura manageriale. Non un manuale, ma un approccio integrato che indica come gestire la propria vita in modo veramente efficace. Un “metodo” che, se correttamente applicato, permette di aumentare la capacità di raggiungere obiettivi personali e professionali, ma anche di sviluppare migliori relazioni private e di lavoro. Un percorso che richiede grande apertura mentale e totale coinvolgimento, affinché ognuno possa trovare la propria modalità di applicazione. Per ottenere successo, occorre innanzitutto riflettere sulle proprie abitudini, sui propri comportamenti quotidiani, affinché il cambiamento avvenga dall’interno e diventi pratica di vita e di lavoro. Riproposto in nuova edizione ampiamente rivista, il testo mantiene la sua forza e la sua saggezza che appaiono oggi, in un mondo incerto e in veloce trasformazione del volume, ancora più significative. Le integrazioni a quest’ultima edizione si concentrano proprio su come le abitudini possano essere utilizzate nella nostra era moderna, per una nuova generazione di leader.

Un altro esempio può essere l’abbuffata di shorts su YouTube o di TikTok. E’ sicuramente “comodo” e “rassicurante”, ma è davvero così utile? No. Soprattutto se sono video di gattini o di gente che fa balletti stupidi.

Questo tempo sprecato potrebbe essere utilizzato per noi stessi, per la nostra crescita personale, per far sviluppare la nostra azienda o raggiungere i nostri obiettivi. Dunque, perché occuparlo in attività che non portano a niente e che ci fanno sentire in colpa o male? Perché non iniziare a cambiare, invece di perseguire le solite abitudini, per diventare la persona che vogliamo essere?

Come si può imparare l’autocontrollo e la capacità di rimandare le gratificazioni?

Siccome l’imparare a rimandare le gratificazioni è una questione di abitudini e di sistemi, prova a collegare ad una cosa, una determinata azione. Come, ad esempio, la voglia di cioccolato o di schifezze. Se le vuoi, vai a piedi al supermercato. Vuoi guardare i social, fallo mentre corri sul tapis roulant.

Identifica quella cosa che innesca la reazione che desideri controllare

Identificare che cosa fa scatenare quella reazione che vuoi controllare, può essere difficile, questo perché la maggior parte delle persone vive con impostato “l’auto pilota”. Facciamo le cose senza renderci conto che le stiamo facendo e questo è un grosso problema. Hai voglia di un dolcetto? Apri la dispensa, prendi un pezzo di cioccolata o una pastina preconfezionata e la mangi. Fine. Invece, prova ad essere più presente e imposta un timer, quando quella voglia si attiva. Possono essere anche solo 15 minuti. Ma è molto probabile che quella voglia sarà sparita. 

Puoi invece iniziare ad annotare tutte le cose che fai, per iniziare a prendere consapevolezza delle tua azioni. Scoprirai così quali sono quelle attività che ti rubano più tempo o che hanno un impatto negativo su di te.

Se ti accorgi di essere stressato/a e fai qualcosa come bere, fumare o abbuffarti di cibo, prova a sostituire quelle azioni che ti ho elencato prima con una passeggiata, una corsa, in generale dell’attività fisica. Molto probabilmente non sentirai più il desiderio di bere, fumare, mangiare, ma ti sentirai comunque più rilassato/a. Oppure al posto dell’attività fisica, puoi provare con la meditazione, la lettura o con il bere una tisana e scrivere. Scegli tu quale azione si adatta meglio a cambiare il tuo stato d’animo e che sul lungo termine ti permetterà di avvicinarti di più alla persona che vuoi essere. Se questa azione non funziona, la prossima volta provane un’altra. Non lasciare che le cattive abitudini abbiano il sopravvento solo perché non sei riuscito/a a sradicarle al primo colpo. Si chiamano abitudini per qualcosa ;D.

Lascia andare pensieri negativi come: non ce la farò mai, sono sempre stato/a così non cambierò mai e simili. Apri le porte alle nuove possibilità e muovi il primo passo verso il cambiamento.

Conclusioni

Spero vivamente tu abbia trovato delle nuove idee per iniziare a fare le “cose difficili” che vorresti fare, cambiando il tuo atteggiamento mentale, perché si può uscire delle situazioni difficili e dalle cattive abitudini; ponendoti nuove sfide e incontrando magari le persone positive che ti servono per affrontare il viaggio della vita. 

Ti auguro di trovare quelle nuove situazioni che ti permetteranno di crescere e migliorare.

Alla prossima,

Anna.

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